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lunedì 16 novembre 2015

Vuoi una casa più sicura? La tecnologia oggi ti aiuta

sicurezza-casa-app

Certo è un po’ presto per dire addio a porte e finestre blindate, ma certamente oggi proteggere la nostra casa pare più facile e anche più economico.

Di questo dobbiamo ringraziare la domotica, la scienza che studia come migliorare la qualità della vita negli ambienti in cui viviamo, che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante anche nel campo della sicurezza; anzi, la sicurezza è proprio il trend di mercato a cui si rivolge la tecnologia del futuro.
Più sono avanzate le tecnologie adottate, maggiore è la percezione di sicurezza. Tra le soluzioni più a portata  di mano segnaliamo lo Smart Home HD Starter Kit di D-Link, un set che comprende una videocamera wireless HD, una presa intelligente che permette di gestire i dispositivi elettrici collegati anche da remoto e un sensore di movimento che funziona con qualsiasi rete WiFi, segnala la presenza di movimento con notifiche istantanee e, se connesso alla presa, attiva luci o altri elettrodomestici.
Si tratta, insomma, di un sistema di protezione personalizzabile in base alle necessità, che grazie a una semplice App consente ad esempio di monitorare la casa mentre siamo in vacanza o spegnere lampade e ferri da stiro dimenticati accesi ovunque ci troviamo,direttamente dallo smartphone o dal tablet. Con la stessa App si può accedere alla configurazione guidata per l’installazione fai-da-te di tutti i dispositivi. Dettaglio non trascurabile il costo, decisamente a portata di ogni portafoglio.
Sono molte le aziende che oggi producono o commercializzano dispositivi per il monitoraggio della propria abitazione e tutti sembrano accomunati dallo stesso dilemma: saranno davvero sicuri?
Secondo da uno studio condotto da HP emerge che il 100% dei dispositivi analizzati presenta un’alta vulnerabilità agli attacchi dei criminali informatici.
Al momento non vi sarebbero grandi preoccupazioni per chi già ne possiede uno poiché, almeno fino a oggi, non si registrano grandi attività da parte dei malintenzionati in rete. Questa condizione, tuttavia, non è detto che si mantenga in futuro, quindi il settore deve mirare a una maggiore consapevolezza dei rischi per l’utente.
Fonti: dlink.com / webnews.it

martedì 10 novembre 2015

Arrivano anche in Italia gli smartphone Lumia 950, 950XL e il nuovo Surface Pro 4


Telefoni o computer?

Arrivano anche in Italia i nuovi smartphone top di gamma Lumia 950 e Lumia 950 XL  di Microsoft. I due telefoni, entrambi con sistema operativo Windows 10, sono dotati di fotocamere PureView con sensore da 20 megapixel, triplo flash led naturale e possibilità diripresa video in 4K. Con la versione XL da 5,7 pollici Microsoft darà in omaggio la Display Dock che, collegata ad un qualsiasi monitor o tv permette di usare il telefono come un vero e proprio Pc, utilizzando le applicazioni che normalmente usiamo in ufficio (ad esempio Word, Excel o Powerpoint).
Il Lumia per tutti
Fa parte della famiglia Lumia anche il nuovo Lumia 550, lo smartphone 4G Lte più economico con Windows 10, con schermo da 4,7 pollici e fotocamera da 5 megapixel, chesarà disponibile in Italia dal 7 dicembre a 139 euro
Surface 4 Pro: il tablet che sostituisce il Pc si rinnova
È poi disponibile in Italia il tablet Surface Pro 4. L’ultimo arrivato della famiglia Microsoft, dotato di sistema operativo Windows 10, è acquistabile nelle versioni con processore Intel Core M, Core i5 e i7. Spesso 8,4 mm, Surface Pro 4 è il 30 per cento più potente del modello precedente, più silenzioso, si riscalda di meno durante l’uso e ha una batteria che dura fino a nove oreIl prezzo di partenza è 1029 euro sul Microsoft Store
Tra gli accessori ci sono la cover con tastiera e la penna Surface che permette di rilevare 1.024 livelli di pressione, consentendo di scrivere, disegnare e contrassegnare i documenti con inchiostro di precisione da un lato e una gomma dall’altro.
Se state già pensando ai regali di Natale, queste potrebbero essere delle ottime idee!
Fonte: agr.it

lunedì 9 novembre 2015

Nvidia mostra come appare Assassin's Creed: Syndicate su PC

Nvidia mostra come appare Assassin's Creed: Syndicate su PC

Assassin's Creed: Syndicate è stato pubblicato qualche settimana fa su Playstation 4 e Xbox One, riscuotendo non poco entusiasmo da parte di pubblico e critica dopo la meno convincente esperienza di Unity dello scorso anno. Il 19 novembre il gioco debutterà ufficialmente anche su PC, e a tal proposito è stato pubblicato un video molto interessante di Nvidia che mostra come appare il titolo in questa nuova attesissima versione. Potete dare un'occhiata direttamente qui di seguito.

Fonte: gamereactor.it

venerdì 6 novembre 2015

L'auto di Apple? E' un'idea di Steve Jobs

Steve Jobs

Era il 2008 e Steve Jobs pensava già a costruire un'automobile con il marchio della Mela. Lo ha rivelato Tony Fadell, tra gli inventori dell'iPod e oggi manager a Google, in un'intervista a Bloomberg. Fadell ha parlato di un paio di occasioni in cui i due si sono chiesti: «Se dovessimo costruire un'auto, come sarebbe? Che design per cruscotto e sedili? Come sarebbe alimentata?».  

Non se ne fece nulla perché «l'industria auto di Detroit era quasi morta», ha spiegato il manager. Era l'epoca infatti della clamorosa bancarotta di General Motors e Chrysler, ma anche l'epoca in cui era da poco sul mercato l'iPhone che fu lanciato nel 2007 e che sarebbe diventato di lì a qualche anno il prodotto Apple di maggior successo, quello che oggi fa della azienda californiana il leader mondiale nell'elettronica di consumo. 
Ma pare che l'idea di una iCar circolasse tra i corridoi di Cupertino anche qualche anno prima: tre anni fa il vicepresidente del marketing della compagnia, Phil Shiller, in una testimonianza in tribunale ha dichiarato che tra i manager di Apple si discuteva di costruire un'auto già prima del lancio dell'iPhone.
Oggi, sebbene non ci sia nulla di ufficiale ma solo tantissime indiscrezioni che comunque sembrano confermare, l'auto di Apple è un progetto concreto. L'automobile che nascerà dal “Project Titan”, come sarebbe chiamato in codice al momento il progetto a cui lavorano centinaia di esperti, potrebbe essere lanciata nel 2019
Fonte: automoto.it

giovedì 5 novembre 2015

Star Wars Battlefront, che la Forza sia con te

Star Wars Battlefront, che la Forza sia con te

E' già stato premiato come Miglior gioco d'azione e Miglior gioco multiplayer all'edizione 2015 dell'Electronic Entertainment Expo (E3) di Los Angeles. Ora è il videogioco (sparatutto) più atteso di novembre. Star Wars Battlefront arriva il 17 novembre in Nord America, il 19 in Europa e Giappone, il 20 in Gran Bretagna. Basato sul franchise della celebre saga cinematografica, Star Wars Battlefront è il terzo dell'omonima serie, sviluppato da DICE e pubblicato da Electronic Arts. "Uno spettacolo per gli occhi" assicura chi ha avuto la possibilità di provarlo in anteprima: panorami mozzafiato, estrema cura nei dettagli delle armi e un motore grafico che fa scorrere potente la Forza.

Star Wars Battlefront si presenta con due novità: non permetterà di creare campagnesingole e non includerà al suo interno un sistema di chat in-game. Tra i pianeti dell'universo Guerre Stellari Jakku va ad aggiungersi a Endor, Hoth, Tatooine e Sullust. I giocatori potranno attraversare i mondi con navicelle spaziali o veicoli terrestri; diverse poi le modalità di personalizzazione di armi, strumenti e abilità. Si potranno prendere le parti dei soldati dell'Alleanza Ribelle, degli Stormtrooper, o di personaggi come Darth Vader, Luke Skywalker, Ian Solo. Presenti, ma non giocabili, R2-D2 e C-3PO. In modalità multiplayer online il gioco supporta fino a 40 giocatori.
Quattro le modalità aggiuntive al gioco completo, annunciate da Electronic Arts, che hanno subito ingolosito i 9,5 milioni di giocatori della beta pubblica. Cargo, ovvero il tradizionale Cattura bandiera; Droid Run, per difendere tre Droidi GNK in un match sei contro sei;Heroes vs Villains, con due squadre e due eroi che cercano di rimanere in vita il più a lungo possibile; Hero Hunt, in cui un giocatore veste i panni di un cattivo che deve combattere contro altri sette. Dopo il successo della beta, Electronic Arts ha dichiarato di aspettarsi di vendere 13 milioni di copie entro il 31 marzo 2016.
Il Season Pass, che permetterà di accedere ai quattro contenuti scaricabili (DLC), costerà 49,99 euro e darà la possibilità di accedere a ogni espansione con due settimane d'anticipo e di usare un l'emote esclusivo Spara per primo. L'Ultimate Edition, invece, è dedicata a tutti i fan della saga di George Lucas. A 129,99 euro comprende lo sparatutto in prima persona, il Season Pass e i contenuti della Deluxe Edition (79,99 euro): vale a dire la granata a ioni, il siluro a ioni, il blaster DL-44 e due emote (Shock a ioni e Vittoria). L'edizione standard di Star Wars Battlefront è acquistabile a 69,99 euro.
Fonte: agr.it

Facebook ha un miliardo di utenti al giorno


La nuova trimestrale di Facebook supera le attese grazie al Mobile advertising. Il primo social network al mondo ha archiviato il terzo trimestre, registrando 4.5 miliardi di dollari di ricavi, oltre le stime. Facebook conta 1.01 miliardi di visitatori giornalieri, che aggiornano il loro status, condividono foto e video e commentano sulle bacheche degli amici. Gli utenti mensili sono balzati del 14% a 1.55 miliardi di persone.

Facebook ha un miliardo di utenti al giorno. Ma non cresce solo l’audience, ma soprattutto l’advertising da piazzare di fronte a questa vasta, crescente platea di utenti.
La vera macchina pubblicitaria di Facebook sta diventando Instagram, il social di condivisione foto e video. L’advertising su Instagram, dopo aver aperto ai grandi brand, ora punta sulle Pmi in oltre 31 Paesi. Gli inserzionisti ora godono di una varietà di opzioni, come i video spot da 30 secondi e ads con la scritta “Shop Now” ed “Install Now”. Il 70% degli iscritti all’app di photo-sharing non proviene dagli USA. La pubblicità ora è attiva in 8 Paesi, ma presto arriverà in 200 Paesi.
WhatsApp ha raggiunto i 900 milioni di utenti attivi mensili.
Le entrate nette sono salite da 806 a 896 milioni di dollari. I profitti, escluse alcune spese, sono pari a 57 centesimi per azione, oltre le previsioni.
Il titolo del social network di Menlo Park è salito del 5.2%. Le azioni sono in rialzo del 33% da inizio dell’anno.
In Australia Facebook ha testato Local Market, un servizio integrato che permette di vendere e pubblicare piccoli annunci.
Fonte: itespresso.it

"Banda larga in tutte le scuole entro il 2018"

"Banda larga in tutte le scuole entro il 2018"

Far viaggiare la scuola italiana alla massima velocità. Il governo ribadisce l'intenzione di cablare tutte le scuole con la banda larga disponibile in ogni istituto entro il 2018. Un passo necessario per digitalizzare il Paese e portare l'Italia "fuori dal Medioevo", secondo il Governo, con il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e il premier Matteo Renzi in prima linea per mantenere la promessa e affermare "un diritto, non un optional".

Certo, digitalizzare la scuola italiana è una sfida complessa e ambiziosa, anche e soprattutto dal punto di vista economico, ma le buone intenzioni ci sono e, a quanto pare, anche gli stanziamenti: qualche tempo fa il Ministro dell'istruzione Stefania Giannini aveva annunciato un piano nazionale da un 1 miliardo di euro per aggiornare anche aule, infrastrutture, comparti amministrativi e contenuti, con 600 milioni previsti per portare la banda larga nei diversi istituti entro il 2020.
"La banda larga raggiungerà tutte le scuole italiane entro la fine della legislatura", ha detto all'assemblea dei gruppi parlamentari del Pd Matteo Renzi, da sempre impegnato per un approccio digitale in ogni ambito del quotidiano. Stessa lunghezza d'onda per il ministro Giannini, che ritiene la digitalizzazione cruciale per riposizionare il nostro modello educativo in una società in cui la digitalizzazione è diventata fenomeno pervasivo, in senso orizzontale e in verticale.
Tre le azioni chiave del piano. Primo, dare strumenti tecnologici alla scuola nel suo complesso, con la banda larga in ogni istituto, ambienti digitali per la didattica e sistemi di amministrazione digitale per le segreterie. Secondo, coinvolgere direttamente gli insegnanti con un ruolo centrale del coding e una maggiore alternanza scuola-lavoro. Terzo, formare tutto il personale, docente e non, con il nascituro Osservatorio Scuola digitale.
Fonte: agr.it

L'allarme della Nasa: Una tempesta solare potrebbe distruggere la nostra tecnologia

tempesta solare

Secondo la Nasa c’è una probabilità che la Terra venga colpita da una devastante tempesta solare entro il 2022. Si tratta di un'eventualità molto bassa, si stima del 12%, ma non per questo ci si può sentire tranquilli e ignorare il problema.

Gli effetti sul nostro pianeta, infatti, sarebbero devastanti: lo sconvolgimento magnetico metterebbe ko per mesi tutte le nostre reti, da quella elettrica a quella telefonica, e poi le comunicazioni satellitari, la rete internet, i circuiti di carte di credito e bancomat, calandoci in una sorta di black out al quale l'umanità non saprebbe come reagire. Si tratterebbe di dover cambiare per mesi abitudini consolidate da almeno cento anni.
Proprio per questo la Casa Bianca si sta già muovendo per prepararsi a questa eventualità. L'amministrazione americana ha messo in piedi una task force che sta preparando un piano di difesa. L’idea è soprattutto quella di capire in che modo avvisare per tempo la popolazione nel caso in cui arrivi una tempesta magnetica.


Al momento l’anticipo col quale potremmo sapere di tale evento è minimo, circa mezz’ora. Troppo poco per prendere qualsiasi iniziativa adeguata. E proprio su questo punto stanno lavorando maggiormente gli scienziati.
Bill Murtagh, membro dell’ufficio di Scienza e Tecnologia del governo americano, ha dichiarato: Dobbiamo assolutamente mettere in atto, a livello nazionale, un progetto che ci consenta di comprendere appieno il fenomeno, in ogni suo aspetto, così da poterlo affrontare. Il problema è reale, il pericolo è reale.
Oltre agli enormi disagi, il disastro economico derivante dalla tempesta magnetica sarebbe enorme. Solo per quel che riguarda gli Stati Uniti, secondo una ricerca condotta nel 2008 dalla National Academy of Sciences, l’ammontare dei danni sarebbe di circa 2.6 trilioni di dollari. Una cifra mostruosa che metterebbe in ginocchio l’intera economia mondiale.
Fonte: ilgiornale.it

BILL GATES: “AL CLIMA SERVE UN MIRACOLO DI INNOVAZIONE ENERGETICA”. LE OPPORTUNITÀ PER INVESTIRE IN FONDI

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Manca un mese all’atteso appuntamento di Parigi con la Cop 21 (30 novembre – 11 dicembre 2015), la Conferenza della Nazioni Unite dove 150 Paesi si interrogheranno ancora una volta sui mutamenti climatici. Alla vigilia del summit gli animi si sono surriscaldati tanto quanto il Pianeta. Così un accordo sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica (Co2) che fino a poche settimane fa era dato per scontato adesso è tutto in salita. La ragione è che i Paesi del G77 – oltre 134 Stati in via di sviluppo – non si fidano degli impegni finanziari presi dai Paesi dell’Occidente: circa 100 miliardi di investimenti da qui al 2020.

 Il tema è proprio questo. Cosa accadrà tra 5 anni? Su questo si interroga anche Bill Gates, fondatore di Microsoft e filantropo con la sua Fondazione, in una lunga intervista sulla rivista Atlantic in cui affronta il problema del clima. “Abbiamo bisogno di un’innovazione che ci dia energia più economica degli idrocarburi, a zero emissioni e affidabile quanto il sistema energetico odierno” dice Gates. “Abbiamo bisogno di un miracolo energetico. Può sembrare scoraggiante, ma nella scienza i miracoli avvengono di continuo”.
Il fondatore di Microsoft, esattamente come i Paesi del G77, sa benissimo che è un fatto anche economico e non solo di volontà. Per questo ha promesso investimenti per 2 miliardi di dollari nella ricerca in campo energetico e si dice “ottimista” proprio grazie alle potenzialità dell’innovazione, che però va spinta con l’obiettivo di arrivare allo sviluppo di nuove tecnologie entro i prossimi 15 anni.
La sfida è contro il tempo per scongiurare che venga superato il limite internazionale di 2 gradi centigradi per l’aumento delle temperature. Perché non accada, secondo Gates, sia il settore pubblico sia quello privato dovranno incrementare notevolmente gli investimenti in ricerca e sviluppo. Allo stesso tempo è necessario aumentare le tasse sulle emissioni. “Senza una carbon tax considerevole, non ci sarà l’incentivo a passare alle energie pulite” dice Gates e auspica che già nel 2050 Paesi come gli Stati Uniti e la Cina – nella top 5 dei grandi inquinatori insieme con India, Giappone e Russia – smettano di aggiungere anidride carbonica all’aria, raggiungendo le emissioni zero.
Nella schiera degli attivisti pro clima, oltre a Gates, si sono iscritti un centinaio di accademici, figure di spicco della società civile mondiale come Desmond Tutu, Vivienne Westwood, Naomi Klein e Noam Chomsky assieme a molti altri referenti di realtà di movimento invitano i cittadini all’azione per chiedere un vero e proprio cambiamento strutturale. Insieme hanno firmato un appello “Stop Climate Crime” prodotto e diffuso da 350.org e Attac France.
In campo sono scese anche le industrie del Big Oil. Dieci manager delle principali società mondiali di settore tra cui BG Group, Bp, Eni, Pemex, Saudi Aramco, Shell, Sinopec e Total hanno lanciato il primo report “Più energia, meno emissioni” che ha messo nero su bianco l’impegno del settore verso un’energia a minor contenuto di Co2.

IDEE DI INVESTIMENTO

Secondo una ricerca della Stanford University pubblicata sulla rivista Nature, il riscaldamento globale sta impoverendo il mondo a tal punto che il Prodotto interno lordo (Pil) globale nel 2100 sarà inferiore del 23% rispetto a quello che potrebbe essere senza gli sconvolgimenti climatici. Lo studio “Global non-linear effect of temperature on economic production” ha preso in considerazione i dati storici relativi al rapporto tra aumento di temperatura e produttività, senza tener conto dell’impatto economico dell’innalzamento del livello dei mari, delle tempeste o degli altri effetti del cambiamento climatico. Se non si fa fronte a questa emergenza, spiega lo studio, il costo sarà di 44mila miliardi di dollari di perdita di Pil al 2060 se la temperatura aumenterà di 2,5 gradi e addirittura di 72 mila miliardi se l’aumento sarà di 4,5 gradi centigradi.
Non va troppo distante da questi numeri un altro studio firmato da Citigroup che collega l’emergenza climatica al calo del Prodotto interno lordo: secondo la banca americana contenendo l’aumento di temperatura entro 1,5 gradi nei prossimi 15 anni si può contenere la perdita di Pil mondiale entro i 20 mila miliardi di dollari.
Per investire sul clima e le azioni che Governi e aziende nel mondo stanno mettendo a punto sono tante le strade. Online Sim ne ha selezionate due:
  • C’è quella diretta sui fondi azionari internazionali che hanno come strategia di investimento l’acquisto di titoli di società che conducono attività legate al cambiamento climatico. Con un’avvertenza: il periodo minimo consigliato per questi fondi è di almeno 5 anni. Qui si trovano i migliori prodotti a 3 anni.
  • Un’altra strada è quella dei fondi che investono sulla trasformazione dell’agricoltura verso sistemi più sostenibili (Categoria Morningstar: Azionari settore agricoltura). Ecco i migliori cinque per rendimento a 3 anni.
Fonte: www.onlinesim.it

mercoledì 4 novembre 2015

Il computer non si accende più, cosa fare?

Il computer non si accende più



Cosa fare quando il computer non si accende più. Il pc non si avvia. Cosa si fa? Quali sono le azioni da fare?


Il computer che non si accende più, purtroppo è un problema che spesso si verifica. Un evento del genere capita almeno una volta nella vita a chi utilizza un computer. In questa guida vedremo tutto quello che c’è da fare, le azioni da intraprende e le possibili cause, quando il computer non si accende più.
Cerchiamo di capire subito quali sono le cause possibili che impediscono il corretto avvio del computer, le soluzioni e le azioni da seguire per iniziare la cura a questo malfunzionamento.

Sintomi

Il pc non si avvia, quindi premendo il pulsante di accensione, cioè il tasto power, il pc non da cenni di vita. Premendo il pulsante power il pc non si accende, non si sentono rumori di ventole e nessun led si illumina.


Azioni preliminari

Controllate bene le prese di corrente, se usate una multipresa, controllate che essa funzioni ancora correttamente. Provate a collegare direttamente solo il pc alla presa di corrente e tentate l’avvio. Controllate che il cavo di alimentazione del pc sia ben connesso all’alimentatore (retro del case).
Se il problema non è risolto seguite il passo seguente.

Possibili cause del problema

I motivi sembrerebber essere di tipo hardware. Quindi, purtroppo, le cause del problema potrebbero essere dovute al mal funzionamento di alcuni componenti del pc. I componenti che possono generare questo tipo di problema sono: processoreramalimentatore, scheda madre o scheda video, oppure un guasto allabatteria. Il monitor oscurato è veramente remota come possibilità ed inoltre se fosse dovuto al monitor guasto, all’avvio del pc si sentirebbero girare ventole e si vedrebbero led di accensione.

Verifiche veloci da fare

Un check veloce può essere quello della batteria. La soluzione più rapida e logica è tentare di avviare il computer senza batteria, collegandolo solamente con l’alimentatore (il caricabatteria). Oppure provare a sostituire la batteria con una nuova. La batteria si trova sulla scheda madre del pc, occorre aprire il case, svitanto il pannello di sinistra. La batteria tampone è facilmente individuabile e si trova sulla scheda madre. Vedere immagine in basso:
Se non è la batteria, la seconda cosa da verificare velocemente è la memoria ram, uno dei componenti più delicati. Se sulla scheda madre c’è più di un banco di ram, si può provare a staccare tutti i banchi di ram e provarne uno per volta a rotazione. Se sulla scheda madre c’è solo un banco di ram, il test non può essere eseguito, a meno che non avete a portata di mano un banco di ram dello stesso tipo che supporta la vostra scheda madre ed ovviamente funzionante.
Altro check veloce è quello di staccare tutte le periferiche collegate al pc: stampanti, tastiera, monitor, modem, mouse, altoparlanti, router ecc. Provare ad avviare il pc da solo e vedere se va.


Rimedi possibili e soluzioni

Nella maggior parte dei casi il “colpevole” è l’alimentatore del pc. L’alimentatore è un componente molto importante di un computer, anche se spesso sottovalutato. Questo componente ha il ruolo di alimentare tutti gli altri componenti del pc e solitamente se ci sono sbalzi di tensione è il primo componente a “saltare”. Per capire se funziona, occorre avere un tester, in grado di verificare la tensione uscente dai vari connettori.
Se non funziona, il passo successivo è chiaramente sostituire l’alimentatore. Nella maggior parte dei casi quando l’alimentatore si brucia, gli altri componenti, non dovrebbero aver subito danni. L’alimentatore in sostanza fa da scudo protettivo verso tutte le altre unità del pc.
Cambiare alimentatore non è un’operazione impossibile. Una volta smontato ed individuato l’alimentatore (la scatolina in cui viene inserito il cavo di alimentazione), bisogna individuare la potenza. Su pc ad uso domestico si usano solitamente alimentatori inferiori a 500w, su pc da gaming o configurazioni abbastanza spinte si va oltre. Capito il wattaggio dell’alimentatore potete acquistarne uno su Amazon ad esempio. Dico Amazon perchè si risparmia tantissimo rispetto ad un normale negozio. Ecco alcuni alimentatori che mi sento di consigliare, chiaramente scegliere il wattaggio a seconda della vostra configurazione pc.
Fonte: milleguide.com

BRIAN ACTON E JAN KOUM: CHI SONO E DOVE VOGLIONO ARRIVARE I PAPÀ DI WHATSAPP

Da sinistra, Koum e Acton

Quando a febbraio del 2014 Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, offrì 19 miliardi di dollari a Brian Acton e Jan Koum per rilevare WhatsApp, in molti in America si stupirono. Perché il servizio di messaggeria per cellulari era molto più usato in Europa. E perché la società non aveva investito nulla in comunicazione per farsi conoscere.

Un anno e mezzo dopo, WhatsApp ha aperto anche alle chiamate voce e ha aumentato a oltre 900 milioni i suoi user anche grazie a Facebook, ma non ha cambiato la sua strategia in quanto a comunicazione. Per Jan Koum, origini ucraine, che ha fondato la società insieme con Brian Acton, americano del Michigan, suo vecchio collega in Yahoo!, le pubbliche relazioni sono una perdita di tempo nell’economia di un’azienda. “Fare marketing è come tirare calci alzando la polvere, che poi finisce per oscurare il tuo sguardo, distogliendoti dal core business”.
Ma una concessione alla comunicazione i due manager, che continuano a gestire l’azienda, l’hanno dovuta fare accettando di rispondere a qualche domanda di Wired America. Si scopre così che Facebook non avrebbe potuto raggiungere così tanti clienti nella messaggistica in Europa senza WhatsApp, e allo stesso tempo WhatsApp non avrebbe sfondato in America senza Mark Zuckerberg.
Un gioco a due vie che si basa sull’indipendenza. Koum e Acton continuano a lavorare nel loro quartier generale di Mountain View e a prendere decisioni in autonomia. Il rapporto con Facebook è ancora da piccola società che sfrutta le poetenzialità tecnologiche di un colosso per sviluppare innovazione. E il lancio delle chiamate voce è un esempio. “La parte migliore del lavoro con Facebook è l’incrocio delle idee, delle persone e la tecnologia” ha detto Acton a Wired. “Con il nostro lancio voce abbiamo potuto utilizzare l’infrastruttura di rete in tutto il mondo di Facebook, noi da soli non avremmo mai potuto sostenere tali investimenti”.
Del resto i due fondatori non sono nati ricchi e non avevano santi in paradiso, almeno fino all’incontro con Zuckerberg. Koum, classe 1976, ucraino ed ebreo, dovette lasciare il suo Paese a 16 anni proprio a causa della povertà della sua famiglia. Da allora di strada ne ha macinata Koum, tanto da arrivare nel 2014 nella classifica di Forbes alla posizione numero 62 con una ricchezza stimata in 7,5 miliardi di dollari. Con un primato: è il più ricco nuovo entrato in graduatoria. Ernst & Young e Yahoo! sono state le sue esperienze di lavoro più significative prima di WhatsApp, e lungo il percorso Koum, programmatore e ingegnere, ha persino dovuto mandare giù un rifiuto di Facebook, che non lo assunse nel 2009.
È un tradizionale percorso da studente americano laureato in scienze informatiche a Stanford quello di Brian Acton, classe 1972, che in Yahoo! quando era direttore marketing ha incontrato Koum e ha stretto con lui un sodalizio che dura ancora. Anche Acton è entrato nella classifica di Forbes nel 2014 con una ricchezza stimata in 3,8 miliardi di dollari.
I due fondatori di WhatsApp hanno fatto fortuna con un’idea che, hanno raccontato a Wired, avevano capito subito sarebbe diventata un successo mondiale. Ma c’è chi dice che abbiano fatto la fortuna anche di Facebook premiando l’intuito di Zuckerberg, che ha realizzato un’acquisizione che può essere definita epocale per il settore.
Comprare WhatsApp per 19 miliardi di dollari è stata una scelta dettata, ovviamente, da un fattore oggettivo: l’incredibile crescita della quale si è reso protagonista il servizio di messaggistica concorrente di Messenger. Nei primi quattro anni di vita Skype ha avuto 50 milioni di utenti, Facebook 145 milioni. Il triplo dunque, ma meno della metà rispetto a Whatsapp che nello stesso periodo ha raggiunto quota 400 milioni di utenti. Un risultato capace di far impallidire l’andamento di giganti come Twitter, in crisi di idee e pronta a tagliare l’8% della forza lavoro, di Gmail che conta su 900 milioni di utenti, e dello stesso social network più usato al mondo.
Fonte: onlinesim.it

Ubisoft annuncia Anno 2205 Windows PC

Ubisoft annuncia Anno 2205 Windows PC

MILANO, 4 novembre 2015 – Ubisoft annuncia che Anno 2205, il sesto episodio del celebre strategico cittadino, è ora disponibile in versione pacchettizzata e digitale per Windows PC. Sviluppato da Blue Byte, uno studio di Ubisoft, Anno 2205 consentirà per la prima volta di lasciare la Terra e partire alla conquista dello spazio.

In Anno 2205 i giocatori svilupperanno le loro città futuristiche sulla Terra, da cui lanceranno presto una serie di missioni per colonizzare la superficie lunare. Estraendo le risorse dalle regioni artiche e dalle colonie lunari, per poi inviarle sulla Terra, i giocatori potranno sfruttare a proprio vantaggio tutte le innovazioni tecnologiche derivanti per espandere le loro città, trasformandole in vere e proprie metropoli.
Il nuovo motore grafico di Anno 2205 consentirà ai giocatori di costruire città con un milione di abitanti su isole cinque volte più grandi di quelle dei titoli precedenti. Offrirà inoltre un livello di dettaglio grafico superiore, che garantirà una maggiore immersione nelle città futuristiche, dove non mancheranno auto volanti, fabbriche operative, stadi pieni di tifosi, stazioni di trasporto e miniere attive.

“Siamo davvero felici di offrire finalmente la nuova evoluzione di Anno a tutti gli appassionati della serie ma anche ai nuovi giocatori”, ha dichiarato Burkhard Ratheiser, Produttore esecutivo di Anno 2205, “Dopo oltre tre anni di sviluppo, Anno 2205 non solo ha raggiunto lo spazio, ma è anche il più grande Anno di sempre.”
Per estendere ulteriormente la propria esperienza è possibile giocare ad Anno 2205: Asteroid Miner, un puzzle game di abbinamenti sviluppato appositamente per i dispositivi mobile, in grado di offrire un approccio inedito all’universo di Anno sia a nuovi giocatori sia agli appassionati della saga. Si potranno trasferire i materiali rari ottenuti nell’applicazione mobile alla versione PC di Anno 2205, dove si potranno usare per espandere i propri imperi e sfruttare meglio le proprie abilità di costruttori.
Per tutte le ultime novità su Anno 2205, visitare: http://annogame.com.
Fonte:davincitech.it